Dopo la foresta di Arashiyama, in questo terzo giorno a Kyoto ci dirigiamo ora a nord, verso il tempio d’oro Kinkaku-ji.
Il nome ufficiale del tempio sarebbe Rokuon-ji ma ormai tutti lo identificano come Kinkaku-ji 金閣寺.
Noto anche come il Padiglione d’oro, è oggi un tempio buddista zen.
È famoso per il rivestimento in foglie d’oro, colore che si riflette nelle acque dello stagno, creando uno spettacolo iconico conosciuto in tutto il mondo.
Circondato da un grande giardino zen e da uno stagno (Kyōko-chi), in cui si riflette il tempio dorato, in origine era il palazzo dello shogun Ashikaga Yoshimitsu.
Da ritiro dorato per l’uomo più potente del Giappone fu poi trasformato in tempio dopo la sua morte nel 1408. L’edificio attuale è una ricostruzione del 1955, dopo il devastante incendio del 1950.
Ora un po’ di foto, da varie angolazioni.










Da sottolineare la cura e l’amore verso la natura nel graticcio di sostegno al ramo dell’albero:


Nello stagno, in stile giapponese, progettato in armonia tra architettura e natura, le isolette rappresentano secondo alcuni le isole del Giappone, secondo altri delle tartarughe.


Una cosa peculiare, un po’ come al “Porcellino” di Firenze o “Fontana di Trevi” a Roma: anche qui si lanciano monetine in cerca di fortuna:
Il percorso è un po’ “forzato“, niente giretti fuori tracciato.
Dalla mappa si vede che il sentiero è univoco, non ci si allontana da quanto previsto.
All’uscita poi i soliti negozietti di souvenir etc.
Questa la scalinata all’uscita:
Consigli
L’ingresso è a pagamento e c’è davvero tanta gente un po’ a tutte le ore.
Il percorso non è molto lungo ma con salite e discese, meglio indossare scarpe e abiti comodi.
Per gli orari consultare il sito ufficiale.
Da vedere? Fate vobis, a noi non ci ha entusiasmato più di tanto.







