TeamLab Borderless

TeamLab Borderless è un innovativo museo d’arte digitale, in un moderno quartiere al centro di Tokyo.

Di questo museo avevamo visto i filmati su web e ci sembrava molto coinvolgente l’idea di immergersi nelle opere d’arte, fra luci, suoni e visioni di una travolgente intensità.

Un museo dove le opere d’arte le vivi, le attraversi, ne vieni avvolto e… le cambi. Perchè le opere, oltre ad affascinarti coinvolgendoti, le modifichi tu, solo con la presenza o con i tuoi gesti.

Le opere

Le opere non sono immagini preregistrate e riprodotte sempre uguali, che ogni volta ricominciano dall’inizio.
Sono state ideate dall’artista con il computer e seguono il suo schema, ma interagiscono con la stanza, con le persone che si muovono e con le altre opere.
Movimenti e variazioni vengono calcolati sul momento, secondo spazi e interazioni, attive e non.
L’interazione tra le persone e le installazioni fanno infatti modificare l’opera in tempo reale, come se fosse una reazione ad un contatto.
Proprio per questo, ogni interazione non sarà mai replicata nello stesso modo: quel che stai vedendo non potrà mai più essere visto.

Cosa c’è dentro

All’interno, il museo presenta opere di artisti contemporanei, sempre in evoluzione: si chiama “scultura cognitiva“.
I visitatori si immergono negli ambienti del museo (NON c’è una mappa o un percorso), esplorando e scoprendo secondo la propria ispirazione: è davvero “borderless“, senza confini.

Puoi girare e vagare liberamente, senza un percorso, entrando ed uscendo dai diversi ambienti, trovando immagini, figure e visuali ogni volta diversi.
Le opere, i diversi spazi, si avvicendano in un susseguirsi di colori, profumi, suoni e sensazioni…
E’ davvero incredibile e vasto, non si fa fatica a perdersi, ma è anche quello il suo bello!

NOTA importante: se volete visitarlo, prenotatelo online, perchè non si trovano i biglietti all’ultimo momento e c’è molta richiesta, siccome è un luogo assolutamente da non perdere, non lasciatevelo scappare!

L’idea

Dal sito Borderless:

Installazioni artistiche immersive uniche nel loro genere che stupiranno e confonderanno i tuoi sensi. Da brillanti esposizioni di luci a proiezioni mozzafiato, teamLab Borderless spinge i confini dei tradizionali musei d’arte e invita gli ospiti ad ampliare le proprie menti con una forma di espressione artistica senza pari. Le opere d’arte escono liberamente dalle stanze, creano connessioni e relazioni con le persone, comunicano con altre opere, si influenzano e talvolta si mescolano tra loro e hanno lo stesso concetto di tempo del corpo umano.
Quando le persone toccano le lettere, i mondi dei personaggi appaiono e si influenzano a vicenda, creando un unico mondo. Pioggia, neve e fiori sono influenzati dal vento, gli uccelli si appollaiano sugli alberi e le farfalle sono attratte dai fiori.
Quando altre opere d’arte toccano le lettere, appaiono anche i mondi che contengono. I mondi creati dalle persone interagiscono con i mondi creati da altre persone e altre opere, creando nuove immagini.

Iniziamo?

L’ingresso al museo è la prima opera d’arte: la scritta “TeamLab Borderless” è sparsa su soffitto e pareti. A prima vista, ai nostri occhi, il logo è strano, distorto, deformato. Anche mettendosi nel punto giusto non si allinea…

Teamlab Borderless - ingresso
Teamlab Borderless – ingresso

Ma quando lo si guarda attraverso l’obiettivo, tutto si dispone alla perfezione:

Teamlab Borderless - ingresso

No, non abbiamo appiccicato la scritta sulla foto! La foto l’abbiamo proprio fatta così come si vede.

Primo ambiente

Il primo ambiente ti travolge subito intensamente!
Innanzitutto l’olfatto, con un intenso e affascinate profumo di fiori e poi musica, colori, movimento!

Teamlab Borderless - inizia

Gli ambienti

Gli ambienti del percorso sono vari e tutti diversi e, come dicevamo, non c’è un percorso predefinito e nemmeno una mappa.
E le opere non restano confinate in un solo spazio assegnato, ma si “aggirano” per tutto il museo.

Per mostrarvi quanto visto abbiamo cercato di dare un nostro “ordine mentale”.
Va tenuto sempre conto che, la stessa opera, la si può ritrovare nei diversi ambienti del museo, con risultati sempre differenti.
Dal sito Borderless: “A differenza dello spazio che è creato attraverso, o ritagliato da, lenti e prospettiva, lo Spazio Ultrasoggettivo non fissa il punto di vista dell’osservatore e a sua volta libera il corpo“.

Come dicevamo, il museo non ha un percorso né ci sono nomi per le diverse stanze, noi li abbiamo nominati così, per capirci fra di noi:

Abbiamo poi creato una pagina mix di ambienti, dove troviamo:

Curiosità

Le opere sembrano avere delle formule che le descrivono, ma confesso che non abbiamo capito bene la cosa.

Uscire? Di già?

Premesso che non vorresti mai uscire, anche dopo ore dentro al museo, arriva il momento in cui, mestamente, sai che è ora di tornare a casa:

In sostanza non ti basta mai, pensi sempre di aver perso qualcosa, di dover vedere qualcos’altro o di fare una nuova prova muovendoti in modo diverso o aspettando che non ci sia nessuno!
E’ tutto così affascinante, in danzante movimento, una continua variazione, che hai voglia di continuare a scoprire ancora e ancora, per poter catturare tutto … è così, Borderless, ma vorresti tanto che, magari, fosse anche Timeless.